SANDRO MERZ

1. CHI È SANDRO MERZ

Svevo mi ha descritto così: “La serenità e la forza sono le sue prime grandi fortune”. Non ha però scritto che sono un maestro. O, meglio, ho molti allievi ma pochi discepoli e quindi sono un maestro soltanto per pochi. Peggio per gli altri.

2. POCHI CAPELLI E LE LEGGI DI GOSSEN

Se ti piace la cioccolata non puoi proprio mangiarne mezzo chilo al giorno. Se il giorno della laurea qualcuno ti fa notare che hai esattamente la metà dei capelli che ti incorniciavano la faccia quando hai cominciato, questo dipende forse da uno studio eccessivo e dall’aver ignorato le leggi di Gossen.

La prima legge afferma che “la grandezza di uno stesso piacere diminuisce sino alla sazietà, quando soddisfatto in modo continuo e ininterrotto”; per la seconda legge “ripetendo la soddisfazione del piacere … grandezza iniziale e durata diminuiscono tanto più quanto più frequente ne è la ripetizione”.

Queste fondamentali leggi di decrescenza valgono non solo per l’azione economica ma per l’azione in generale e quindi trovano applicazione, ad esempio, in tema di emozioni, piaceri, bisogni, utilità, lavoro e studio; inoltre dalle stesse deriva il teorema del livellamento al margine.

In parole povere la massimizzazione del piacere (dello studio, delle utilità ecc.) si ottiene distribuendo il tempo disponibile in proporzione tale che le intensità finali si equivalgano.

In altri termini può essere, ad es., più vantaggioso ridurre le ore di studio giornaliero da otto a sei come si comprende dalla seguente figura.

 

 

 

 

 

I tre triangoli ripropongono le curve di decrescenza.

Il vantaggio di livellare al margine le soddisfazioni (intensità) è evidente dalla piccola perdita rappresentata dall’area tratteggiata di A, se vi fosse dedicato tutto il tempo disponibile, rispetto ai guadagni delle aree non tratteggiate di B e di C.

Pertanto, continuando nell’esempio, le due ore sottratte allo studio possono essere utilmente impiegate in altro modo: come si desume dalle aree bianche di B e C, poiché lo studio dà un profitto decrescente col crescere della durata dello stesso, conviene fermarsi alle prime sei ore massimizzando così il tempo più proficuo rappresentato dalla fase iniziale (v. l’area bianca di A). E si consideri che la “stanchezza” accumulata nel corso di più settimane o mesi inciderà anche sulla intensità iniziale di ciascuna giornata di studio.

Partendo da premesse totalmente diverse anche Schopenhauer, nel capitolo 24 dei Parerga und Paralipomena, critica l’eccesso di studio: “Quando leggiamo, qualcun altro pensa per noi: noi ripetiamo solamente il suo processo mentale. ...Quindi accade che chi legge molto e per quasi tutto il giorno,...pian piano perde egli stesso la facoltà di pensare — come uno che cavalca sempre e alla fine dimentica come si fa a camminare. Questo è il caso di molti dotti: hanno letto fino a diventare sciocchi.”

3. INSEGNAMI A DIVENTARE RICCO

A questa precisa richiesta di un mio discepolo non potevo sottrarmi senza rinunciare ad essere il maestro. Ma un maestro deve prendere la cosa alla larga.

La tua domanda sottintende la consapevolezza che non puoi rinunciare a qualcosa se prima non la possiedi, altrimenti fai la figura della volpe con l’uva ‘non ancora matura’.

Una recente riedizione di una vecchia canzone recita: “Tu dici non ho niente. Ti sembra niente il sole, la vita, l’amore? Meraviglioso!...”

Ma tu prova ad esprimere questo concetto ad un senza casa che si è appena svegliato sotto il portico della stazione a gennaio o, più semplicemente, a tua sorella che si trova nei guai avendo urgente bisogno di 200.000 euro.

La ricchezza è come una pistola che ti dà sicurezza anche quando non la usi.

Per sciare sono necessari gli sci e gli scarponi, un certo allenamento e una pista di neve.

Per diventare ricco sono necessari determinate conoscenze, il controllo del rischio e del segreto mentre la tua pista è il mercato.

LE CONOSCENZE

Le ricchezze possono consistere in diritti reali (beni immobili, come case e terreni, e beni mobili come azioni, vetture, quadri, oro, eco.) e crediti (obbligazioni, ecc.) sono indispensabili alcune nozioni di diritto e di economia per comprare e vendere al meglio. Sembra incredibile ma anche laureati in legge, privi di esperienza specifica, non soppesano l’essenza del credito (è emblematico il caso dei Buoni del Tesoro argentino) o l’acquisto di un immobile (senza, ad es.,valutare preventivamente il rischio delle revocatorie).

IL RISCHIO E IL SEGRETO

L’entità del rischio è sempre correlata alla possibilità di prevedere e conseguentemente la prudenza occupa il primo posto anche nell’azione economica: il massimo del rischio accettabile può consistere in una caduta nella neve fresca e non su ghiaccio o rocce! (Si ricordi che per Tommaso d’Aquino la prudenza — recta ratio agibilium — rappresenta il principio razionale dell’azione e Kant la intende come “l’abilità nella scelta dei mezzi per ottenere per sé il maggior benessere”.)

Quando da piccolo, con la mia cara nonnina, andavo per funghi, ho imparato a tenere segreti quel certo praticello o quella radura dove crescevano i porcini: se altri ricercatori avessero saputo, ci avrebbero portato via i funghi. L’importanza del segreto nell’agire economico consiste proprio nel consentire una “rendita di posizione” che svanirebbe con la divulgazione del segreto stesso.

 

<OMISSIS>

Per il resto vedere il libro “RESTARE O SCAPPARE”

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