SANDRO MERZ

Casella di testo: 
Garante del Contribuente
per il Veneto
RELAZIONE ANNUALE PER IL 2013 DEL GARANTE DEL CONTRIBUENTE PER IL VENETO PREVISTA DALLO STATUTO DEL CONTRIBUENTE – SUPPLEMENTO –
Al Senato della Repubblica, Segreteria generale
Alla Camera dei Deputati, Segreteria generale
Alla Presidenza del consiglio dei ministri
Al Ministro dell'economia e delle finanze


Casella di testo: LA TRUFFA DEL SECOLO
La democrazia moderna e lo stesso Stato di diritto si affermano sulla base del
principio NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION (ossia nessuna tassa senza l’approvazione di una maggioranza parlamentare).
Il premio di maggioranza prospettato in questi giorni si traduce in questo SCHEMA: la MINORANZA che raccolga il 40% dei voti validi avrà una rappresentanza parlamentare del 55%. Dunque il 40% dei votanti (nemmeno degli elettori!) deciderà “tutto” in barba a tutti gli altri! In tal modo, in nome di una governabilità (che come subito dirò può essere garantita altrimenti) si riduce il Parlamento ad una claque asservita a un capetto. E questa non è tirannia o dittatura camuffata? Questa minoranza onnipotente potrebbe approvare una legge che, ad esempio, tassa i patrimoni sopra gli 800.000 euro al 75% o potrebbe estendere il diritto di cittadinanza a tutti gli abitanti delle ex colonie!
Si vorrebbe imporre l’opinione che soltanto aumentando il numero dei parlamentari dell’area governativa portandoli artificialmente ad una certa soglia (ad es. il 55% sopraddetto) si garantisce la governabilità. Anche un bambino capisce che non è così e da bambino cresciuto prospetto una sola delle possibili soluzioni che rispettino contemporaneamente la volontà degli elettori e la necessità della governabilità. (La mia proposta è alternativa al pur ottimo sistema elettorale a doppio turno alla francese).
In Parlamento potrebbero andare tutti gli eletti in proporzione ai voti ricevuti (e quindi si applica l’unico criterio democratico che è quello proporzionale, magari corretto con una bassa soglia di sbarramento) ed il “premio di maggioranza” si applica nel Parlamento così eletto (e non sulla pelle dei cittadini votanti) nel senso che, per formare il Governo, è sufficiente il numero di parlamentari espressi dal partito (o dalla coalizione) più votato dagli elettori.
Questo meccanismo evita ogni trucco e consente di rendere palesi eventuali convergenze di parlamentari extragovernativi su singoli disegni di legge (senza scendere nei dettagli si dovrà anzi prevedere che è necessario e sufficiente, ad esempio, l’80% dei “deputati governativi” per approvare una legge al fine di evitare che l’assenteismo o la dissenting opinion di qualcuno dell’area governativa renda traballante il Governo).


Casella di testo: Ma, e qui sta il vero problema, questo “premio di maggioranza” non può valere per tutte le leggi ma soltanto per quelle che attengono alla “vita ordinaria” di
uno Stato; rimarrebbero quindi escluse quelle che riguardano aspetti fondamentali come, ad es., la legge elettorale o la legge sulla cittadinanza ecc.
Per queste leggi fondamentali (nel significato pieno dell’aggettivo) o il Governo trova il consenso sufficiente in Parlamento oppure deve rimettersi alla volontà degli elettori.
Rimangono aperte questioni come quelle della conversione dei decreti-legge o della introduzione del referendum approvativo delle leggi ordinarie ma non esiste problema giuridico che non sia risolvibile nel rispetto della sovranità popolare ossia della democrazia per la quale ogni persona vale un voto. (Provate ad immaginare che cosa succederebbe nelle assemblee di condominio o delle società per azione se si introducesse un premio di maggioranza come quello qui criticato!).
E così ritengo antidemocratico oltre che illegale il fenomeno, da me più volte denunciato nelle relazioni al Parlamento, dell’approvazione di leggi ordinarie con contenuto analogo a quello di leggi già prima dichiarate incostituzionali, ossia nulle.
Permettetemi ancora alcune considerazioni:
fu chiamata legge-truffa quella del 1953 e si pensi che quello era un vero premio di maggioranza perché il premio stesso era riconosciuto solo a chi avesse raggiunto il 50% più 1 dei voti;
oggi qualcuno (ma sembra sia un golpista sudamericano) parla addirittura del 35%;
questi “disegni di legge” vanno inquadrati in una cornice normativa che nell’insieme è esplosiva:
-	il parlamentare senza vincolo di mandato;
- il duopolio padronale della informazione televisiva;
- una risibile legge sul conflitto di interessi;
- una stagnazione economica con debito pubblico galoppante;
- una criminalità organizzata così impegnata a fare affari che non trova nemmeno il tempo di ammazzare i nemici come ai bei tempi;
- una criminalità politica che non vuole nemmeno sentir parlare di introdurre seriamente il falso in bilancio e l’autoriciclaggio;
- la mancata attuazione dell’art 49 della Costituzione che imporrebbe il metodo democratico nella vita dei partiti (quanti cittadini-elettori sono morti dal 1948 ad oggi aspettando l’attuazione?);
- in economia il cartello tra imprese concorrenti in danno dei consumatori è vietato; in politica questo cartello tra partiti egemoni in danno degli elettori dovrebbe essere permesso?;


- e questi partiti hanno attualmente una rappresentanza parlamentare sulla base di una legge dichiarata dopo troppi anni, nulla e nulla, per il diritto, equivale a inesistente...;

Mi fermo e rinvio alle relazioni del 2013 ed a quella del 20 gennaio 2014 che qui correggo dove al § 6 scrivo: “Il che rende la democrazia italiana molto più simile a quella russa”. Forse è meglio dire “a quella egiziana”.

Forse troppo studio mi ha rimbambito perché continuo a chiedermi: “Ma cosa andrà a fare l’elettore al 1seggio?...considerato anche che con alcuni amenicoli si mettono fuori gioco le opposizioni interne dei partiti stessi giocando su liste più o meno corte e/o più o meno bloccate e giocando contro le preferenze!”. E si noti che la riforma intende porre fine anche al bicameralismo perfetto che ha almeno il pregio di imporre pause di riflessione.

Ma come dicevano Marinetti e Mussolini, ci vuole meno riflessione e più azione, più velocità; insomma correre più dei bersaglieri e, perché no? anche contro un muro.

Dunque riassumiamo la futura legge-truffa (e questa lo è davvero): una mini-minoranza dei votanti trasformata magicamente in maxi-maggioranza (e nelle magie dell’ingrandire la nostra classe politica non ha eguali al mondo: basti solo vedere il debito pubblico e il finanziamento dei partiti) potrà decidere tutto senza noiose pause di riflessione.

Non resta che confidare nella onestà intellettuale dei parlamentari (esclusi quelli che hanno già la riconferma in tasca e quelli che l’avranno a patto di essere obbedienti come bravi soldatini) ma soprattutto dei giornalisti e degli italiani il cui ingegno, questo sì, è universalmente riconosciuto e che non tarderanno ad accorgersi che così si militarizza il Parlamento (ma sarà più arduo militarizzare la piazza).

Venezia, 04 Febbraio 2014

 

                                                                IL  PRESIDENTE SANDRO MERZ